Dacia Maraini

Dacia Maraini è nata a Firenze. Ha fatto gli studi classici a Palermo, a Firenze e a Roma. La madre Topazia, pittrice, appartiene all’antica famiglia siciliana degli Alliata di Salaparuta. Il padre, Fosco Maraini, per metà inglese e per metà fiorentino, è un famoso etnologo, autore di saggi e di libri fotografici sul Tibet e sul Giappone.

Nel 1938, la famiglia Maraini si trasferisce in Giappone perché il padre ha vinto una borsa di studio per una ricerca sugli Hainu, una popolazione in via di estinzione che viveva nell’Hokkaido.

Nel 1943 il governo giapponese, che aveva stipulato un patto di alleanza con l’Italia e la Germania, chiede ai coniugi Maraini di firmare l’adesione alla repubblica di Salò. Essendo antifascisti, sia Topazia, sia Fosco, rifiutano di firmare e per questo vengono rinchiusi, con le tre figlie bambine, in un campo di concentramento a Nagoya. Qui rimangono per due anni, soffrendo la fame , il freddo, le bombe, i terremoti. La loro condizione migliorò di pochissimo soltanto quando Fosco Maraini, angosciato per lo stato di denutrizione delle figlie, si amputò il dito mignolo: un rito giapponese chiamato yubichiri che crea nel nemico una obbligazione. Infatti ottenne una capretta che ogni giorno dava quei duecento grammi di latte necessari alla sopravvivenza delle piccole. Solo alla fine della guerra, vengono liberati dagli alleati e tornano in Italia.

Per prima cosa vanno a vivere in Sicilia, presso i nonni, nella Villa ormai decaduta di Bagheria, dove le bambine cominciano gli studi. La vita è difficile per tutti nel dopoguerra., ma particolarmente per la famiglia Maraini che deve ricominciare tutto da capo. Dacia Maraini studia a Palermo al liceo Garibaldi. Qualche anno dopo, in seguito alla separazione dei genitori, si trasferisce a Roma con il padre; frequenta il liceo Mariani e per guadagnare qualcosa, si arrangia con lavori precari: archivista, aiuto fotografa, segretaria e giornalista saltuaria.

A ventuno anni fonda, con Marisa Gambardella e Angela Giannitrapani, la rivista “Tempo di letteratura”, pubblicata dall’ editore Pironti di Napoli, che aveva preteso un uomo come direttore, perciò a firmarla fu il marito di Angela, Nullo Minissi.

In quel periodo inizia la collaborazione, con racconti, alle riviste letterarie “Paragone”, “Nuovi Argomenti” e “Il Mondo”.

Nel 1959 si sposa con il pittore milanese Lucio Pozzi; il matrimonio finirà dopo pochi anni, e sarà segnato dal traumatico lutto per un figlio, perso poco prima di nascere.

Nel 1962 Dacia Maraini pubblica con l’editore Lerici il suo primo romanzo: “La vacanza”, che sarà nuovamente pubblicato da Bompiani nel 1976, e quindi da Einaudi nel 1998. Nel 1962 il manoscritto del romanzo “L’età del malessere” vince il premio internazionale Formentor per una opera inedita; l’anno dopo verrà pubblicato da Einaudi.

Il terzo romanzo, “A memoria”, esce nel 1967 presso l’editore Bompiani.

L’anno 1966 vede la pubblicazione con la casa editrice Feltrinelli “Crudeltà all’aria aperta”, un libro di poesie, che è recensito con molto favore dallo scrittore Guido Piovene.

Nel 1967 Dacia Maraini fonda, insieme con Enzo Siciliano, Lorenzo Tornabuoni, Carlotta Barilli, Paolo Bonacelli, Carlo Montagna e Roberto Guicciardini, il Teatro del Porcospino, dove viene messo in scena il suo testo “Il ricatto a teatro”, che verrà pubblicato tre anni dopo da Einaudi, con il titolo “Ricatto a teatro e altre commedie”.

In quegli anni inizia la sua convivenza con lo scrittore Alberto Moravia, al quale resterà legata da sentimenti di affetto, stima e amicizia, anche quando non vivranno più insieme e lui sposerà un’altra donna.

Nel 1968 esce la raccolta di racconti “Mio marito”, sempre presso l’editore Bompiani. In quegli anni prende forma attiva, con inchieste sociologiche e articoli, la sua attività di femminista. In questo stesso anno porta in scena la commedia “Recitare” al teatro La Fede e “Venere” al teatro La Comunità; scrive “Manifesto dal carcere”, un testo ispirato al problema carcerario, e forma la compagnia Blu, con cui inizierà un’esperienza di teatro popolare in un garage messo a disposizione dalla sezione Centocelle del partito comunista.

Nel 1970 l’esperienza di Centocelle continua con la Cooperativa Teatroggi, diretta dall regista Bruno Cirino, e la nuova commedia ha per titolo “Centocelle, gli anni del fascismo”. Al festival teatrale di Venezia va in scena “La donna perfetta”, un testo molto intenso sull’anorto che susciterà la protesta dei vescovi veneti.

Anche il 1973 è un anno ricco di lavori: presso Bompiani esce il romanzo “Memorie di una ladra”, dal quale verrà poi tratto il film “Teresa la ladra”, con Monica Vitti. Einaudi pubblica una nuova raccolta di testi teatrali: “Viva l’Italia”, e ancora Bompiani pubblica un volume di interviste a personaggi celebri, “E tu chi eri?”. Sempre nel ‘73 fonda, assieme con Lù Leone, Francesca Pansa, Maricla Boggio, Adele Cambria e altre, il teatro della Maddalena, gestito e diretto da donne, dove, nel 1978 sarà rappresentato “Dialogo di una prostituta con un suo cliente” (pubblicato da Images di Padova). Negli anni seguenti, il testo verrà tradotto e rappresentato a Bruxelles, a Parigi, a Londra e ancora in quattordici paesi diversi. Quindi, sempre con la Maddalena, sarà la volta di “Suor Juana”.

Nel 1974 Dacia Maraini pubblica da Einaudi la raccolta di poesie femministe “Donne mie”, e da Bompiani “Fare teatro”: testi e interviste di tre anni di attività teatrale.

Nel 1975 esce, edito da Einaudi:”Donna in guerra”, che negli anni seguenti verrà pubblicato in sei lingue. Di quegli anni è anche il testo teatrale “Maria Stuarda”, che viene tradotto e rappresentato in 22 Paesi.

Del 1978 è la raccolta di poesie “Mangiami pure”. Nel 1980 esce “Storia di Piera”, scritto in collaborazione con Piera Degli Esposti. Il libro, una lunga intervista, avrà otto edizioni, e il regista Marco Ferreri ne ricaverà un film con Marcello Mastroianni, Hanna Shigulla e Isabelle Hupper.

Nel 1981 escono, presso Bompiani: “I sogni di Clitennestra e altre commedie” e il romanzo “Lettere a Marina”.

Nel 1982 viene pubblicato il volume di poesie “Dimenticato di dimenticare”. Sempre in quell’anno la Bompiani pubblica il testo teatrale, “Lezioni d’amore”.

Nel 1984 esce da Einaudi il romanzo “Il treno per Helsinki”, che viene tradotto in cinque lingue. Nel 1985 è la volta di “lsolína”, pubblicato da Mondadori; il libro riceve il premio Fregene; nel 1992 questo romanzo sarà ripubblicato da Rizzoli.

Nel 1986 esce “Il bambino Alberto”, un’ intervista con Alberto Moravia e le sue sorelle.

Parte dei suoi articoli, usciti sui giornali, viene pubblicata da Rizzoli, nel 1987, con il titolo “La bionda, la bruna e l’asino”. Nel 1990 esce “La lunga vita di Marianna Ucrìa” accolto positivamente sia dalla critica, sia dal pubblico, e dal quale verrà poi tratto un film diretto da Roberto Faenza. Il libro riceve il premio Supercampiello; pochi mesi dopo gli sarà assegnato il premio per il Miglior libro dell’anno, e in seguito il premio Napoli al quale ne seguono altri: Quadrivio, Apollo, e Reggio Calabria. Il romanzo viene tradotto in 19 lingue.

Nel 1991 esce una raccolta di poesie dal titolo “Viaggiando con passo di volpe”, edito da Rizzoli. Il libro, l’anno dopo, è premiato con il Città di Penne.

Sempre nel 1991 viene pubblicato il libro di teatro “Veronica, meretrice e scrittora”, premiato con il Fondi La Pastora nel 1992. del 2008 il premio Alziator, Sardegna. Del 2009 il premio Tassoni di Modena e il premio Farina per la poesia.

Nel 1993 esce, presso Rizzoli, il libro “Bagheria” che conosce subito un buon successo di pubblico e di critica. Intanto, il teatro Stabile di Catania rappresenta la versione teatrale di “Marianna Ucrìa” con l’adattamento dell’autrice, la regia di Lamberto Pugelli, la partecipazione di Paola Mannoni e Umberto Ceriani.

Nel 1994 Rizzoli pubblica il romanzo “Voci” da cui nel 2002 verrà tratto un film dallo stesso titolo. Nel 1996 esce il saggio “Un clandestino a bordo”. Nel 1997 un altro romanzo: “Dolce per sé”. Nel 1998 viene pubblicata l’antologia di poesia “Se amando troppo”. Nel 1999 esce il libro di racconti “Buio” che riceve il premio Strega. Sempre pubblicati dall’editore Rizzoli seguono “Fare teatro (1966-2000)” che raccoglie quasi tutta l’opera teatrale di Dacia Maraini; “Amata scrittura”, un libro sulla trasmissione televisiva “Io scrivo, tu scrivi”, condotta dall’autrice nel 2000. Ultimo, del 2001 è “La nave per Kobe” pubblicato da Rizzoli. Nello stesso anno Fabbri pubblica il libro di favole “La pecora Dolly”. Del 2004 il romanzo “Colomba” ed. Rizzoli. Del 2008 il romanzo “Il treno dell’ultima notte” ed. Rizzoli. Del 2009 il libro di racconti “La ragazza di via Maqueda” ed. Rizzoli.