Appena l’uomo si accorge che qualcosa o qualcuno, su questo pianeta, si permette delle evoluzioni a lui sconosciute o troppo ardite, è subito guerra.
Se l’uomo fosse stato in grado di volare, voi credete che il suo senso di impotenza si sarebbe placato? Io penso di sì.
Peccato, perché la sua mente ed il suo spirito, da soli, sarebbero stati in grado di muoverlo ovunque. Se solo non avesse avuto questa mania di vedere nemici dappertutto. Persino in sé stesso.
Salvare la vita di un volatile è qualcosa di più di un gesto di carità. E’ un atto dovuto a noi stessi. Per la nostra stessa preservazione. Nel rispetto dei traguardi raggiunti. Consentendo ai nostri figli, di credere e lavorare per un mondo più giusto di questo.
Io dovetti imparare a levitare molto presto, per sfuggire all’aggressività di certi predatori, ai quali dava sui nervi la mia particolare conformazione. Quella postura eretta e fiera. Caratteristiche che solo un’aquila reale possiede.
Ma peccato per loro che oggi sono in grado di posizionarmi sulle loro teste. Di gioire mentre tentano qualche piccolo movimento di spalle. Aspettando ansiosi che i piedi gli si sollevino dal suolo. Ma benedetti signori, dimenticate un particolare essenziale: siete sicuri che sarete graditi lassù. Che l’azzurro vi voglia veramente? Ma soprattutto che quegli esserini piumati non ridano di voi? Della vostra goffaggine mentre tentate d’imitarne la fierezza ?!?!
Io, quando ne ho voglia, salgo. Per un giro di ricognizione. Per ossigenarmi i pensieri. Ma più che altro per sentirmi come loro. Leggero. Libero. E padrone di me.
Ce n’è voluto di tempo perché le mie ali si formassero. Di quanta zavorra dovetti disfarmi. Pregiudizi. Fobie. Dubbi. Esitazioni e rabbia.
In tutto ciò la spinta me la diede una frase che scrissi : Guardami volteggiare, prima di sparare. Vecchio cacciatore, hai volato mai? Lo hai fatto mai ? Da quassù vedo te. Scopro il tuo dolore. Il tuo mondo muore. Risparmiami almeno, pensando che sono rimasto da solo anch’io. Lasciami al cielo. All’ultimo volo mio !!!”