Io devo debuttare dicendo, confessando, che provengo da una famiglia di cacciatori e perfino mia madre andava a caccia. Tra i primi ricordi della mia vita, la domenica mattina, c’è un triste allineamento sul tavolo da cucina di questi uccelli… Io cercavo di aprirgli gli occhi, era una disperazione assoluta! Mi ricordo che sul sussidiario, all’epoca, c’era un raccontino -penso di un Vangelo apocrifo-, di Gesù che battendo le mani faceva volare dei passerotti.
Forse il Sacerdote si ricorda quel pezzo, ma credo sia un Vangelo apocrifo e allora pensavo che, come Gesù, battendo le mani, potevo forse farli volare così, liberi di nuovo in cielo.
Dunque la caccia purtroppo ha sempre fatto parte della mia vita. Per anni ho fatto film sugli animali, sugli animali selvatici, era il mio mestiere prima di scrivere, quindi conosco bene l’ambiente e so che l’ambiente in questo momento è in una situazione di grandissima crisi.
Noi abbiamo ad esempio un crollo della popolazione dei passeri, i passeri sono quasi scomparsi. Abbiamo dei cambiamenti climatici che sono molto gravi perché si altera la popolazione degli insetti… ci sono degli sbalzi con delle morie, la situazione è veramente tragica, soprattutto per molte specie che sono per la maggior parte cacciabili.
Allora io devo dire che a livello personale provo un assoluto orrore verso l’allevamento intensivo, cioè io non dormo alla notte quando penso agli allevamenti intensivi e li trovo una cosa veramente che mi fa male dentro. Questo dolore degli animali è qualcosa che si espande per l’universo e avvolge tutti noi. Il dolore di un animale di allevamento….
Io mi ricordo mia nonna, ad esempio, morta tanti anni fa, che era vegetariana. Mi diceva: “Io non mangio carne”, lo diceva già negli anni Settanta, “perché è carne di martire”. E già negli anni Settanta era profetica, visto l’orrore che si celava intorno agli allevamenti industriali. Un fagiano ucciso non mi fa l’impressione che mi fa una mucca incatenata a vita, che piglia gli antibiotici… Non rientra nel panorama di natura.
Io non voglio dire che sono favorevole, ma riesco a capire di più quella parte lì… Però in questi anni la caccia si porta dietro un residuo antropologico culturale di un mondo antico, un mondo legato alle campagne, un mondo legato alla fame, in cui per mangiar le proteine si sparava.
Io sono una non violenta, dunque uccidere per hobby è qualcosa che è lontanissimo dal mio modo di sentire. E credo che ci sia stato un calo drastico nel mondo dei cacciatori negli ultimi vent’anni e credo che sia un calo che naturalmente continuerà e che i bambini, i ragazzi di adesso che crescono con l’impegno, che crescono con i film dove hanno gli animali come amici, non avranno nessun desiderio di sparare agli animali e di imbracciare il fucile, tranne appunto piccolissime sacche di appassionati.
Io credo che la caccia naturalmente si ridurrà a una cosa di poche persone…
E poi c’è un altro fatto, e cioè che queste persone depauperano il patrimonio di tutti noi. È una cosa costituzionalmente impossibile che una minoranza gestisca e distrugga un patrimonio che è di una maggioranza. Per il momento noi ammazziamo la cicogna nera e la cicogna nera non c’è più, ma era nostra, di tutti noi, la cicogna nera. Perché una minoranza tiene in pugno un bene pubblico?
E poi appunto, come diceva il ministro, adesso alla domenica potresti andare in campagna a fare una passeggiata, un picnic, un gita di trekking, un giro in bicicletta… e non si va per paura di essere impallinati.
Io, ad esempio, ho la mountain bike e la adopero con un’ansia continua, perché corro in mezzo alle linee di sparo. È assurdo che una minoranza gestisca il tempo libero e lo spazio che sono del pubblico e della ricreazione di un paese intero.
Dunque io penso che vada ripensato interamente in modo profondo a livello legislativo tutto quello che riguarda la caccia perché ormai c’è una maggioranza che non è solo di animazione ma ormai diffusa come lo dice il sondaggio precedente, di persone che vogliono godere la natura nella sua pienezza, nella sua bellezza e che non hanno la passione di uccidere. È vero che queste iniziative sono molto importanti e io penso che la caccia si estinguerà lentamente. Ma intanto bisogna difendere il nostro patrimonio da tutti gli abusi e gli eccessi, perché essendo una natura già devastata senza caccia, se ci mettiamo anche la caccia siamo in una situazione disastrosa.
(questo testo è la trascrizione dell’intervento tenuto da Susanna Tamaro alla Seconda Giornata per la Coscienza degli Animali, il 9 novembre 2010)